Nascita di pleiadi liquide

Mangio, sorrido impettito tra posa e forza che trattiene, guardo tv e partecipo, commento, esprimo nella luce non troppo potente, comunque osservo, mi guardo attorno sempre piu’ circospetto al limite del panico, angoscia che sale e ignoro blocco allo stomaco perche’ e’ conquista, vittoria glorificata con cibo, mio cibo che doveva avere altro gusto, nuovo sapore, meraviglia e stupore.
Seduto con orgoglio non mi rilasso perche’ sdraiarsi e’ caldo che viene da punto imprecisato delle viscere e ottimo audio evidenzia angoli di legno perfetto, lucido, scelta oculata e precisa di colori tenui ed equilibrati.
Ignoro punto di distorsione ai margini di campo visivo; immagino, immagino, incubo collaterale, collaterale, collaterale.
Il grande specchio riflette fierezza, mani e acqua sul volto, esito un istante di troppo ma non c’e’ fretta, mai stata fretta e con manopola il freddo e’ caldo e caldo e’ freddo, immerso nel bianco e luce, simmetria kubrickiana nell’iperrealta’ roboante che trascina materia in leggerissima nebbia, sogno, incubo, sogno incubo, sognoincubo.
Entro nella stanza e trattengo il fiato, chino il capo al mirare giochi e passioni in perfezione commovente, desiderio e leggero disprezzo lanciato alle mie spalle, rotonda luce, rumori di strada, citta’ viva, viva, viva, io dentro a qualcosa che non so, non importa, forse dovrei, potrebbe essere, certo sara’, abitudine, notte, scale, luna, insetti.
Buio opprime eppure c’e’ del giusto nel mio sonno, rombi vicinissimi e respiro pesante che parte da pensieri inquieti senza toccare mani e piedi immobili, raggelati in spazio che si contrae, trappola che si restinge, silenzio come eco del frastuono, fragile rotazione che non conduce a niente, non risolve niente, non muove niente.
Non rimane solo questo ma questo e’ cio’ che merito, stabile perdita d’equilibrio, fuga lontano, lontano, lontanissimo tra colonne del mondo che trascinate via distruggono e affondano, paura, destino, orrore e verita’.
Io ho avuto, io sono stato.
It’s too bad, but that’s me
What goes around comes around, and you’ll see
That I can carry the burden of pain
‘cause it ain’t the first time that a man goes insane

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