Movimento Particellare

Cio’ che definisce il mio lavoro e’ un concetto: sono forse per questo concettuale o ascrivibile ad un’arte di tipo concettuale? No. No perche’ nel contesto il concetto illustra ma non spiega. Ricerca e’ su empatia, emozione, sensazione. Conoscere non esalta, semmai potrebbe persino togliere spirito e fremito ma e’ bene non confondere, perche’ se e’ vero che come nell’arte concettuale senza un concetto si riduce l’opera alla materia che la compone, anche in questo caso non c’e’ solo cio’ che si vede, c’e’ un’estetica’ dell’immagine, c’e’ una plasticita’ di cio’ che la sottende, c’e’ un’emozione che resta anche togliendo il soggetto. L’arte concettuale introduce un principio o comunque definisce una forma altrimenti non contestualizzabile mentre io tolgo il soggetto, meglio adopero il concetto per poter togliere il soggetto, riconducendomi quindi a un’esperienza di tipo suprematista, dove cio’ che resta e’ un’energia senza corpo generatore. L’apperente assenza di un tema o se vogliamo di un filo conduttore, e’ messa ancor piu’ in evidenza dagli scritti proprio perche’ li’ tutto il meccanismo e’ allo scoperto. Seppur esplicitamente celato dal testo, il protagonista e’ presente, escluso per condurre chi legge anche al gioco dell’intuizione. Non solo, lo svolgimento non cerca mai di deviare l’attenzione, spostare, ingannare l’occhio e l’orecchio, semplicemente toglie baricentro fluttuando frasi attorno ad ignoto punto gravitazionale. E’ gioco di pura accademia perche’ il soggetto non e’ importante, e’ importante cio’ che sta attorno ad esso e indovinare cio’ di che si sta parlando, ammesso che abbia senso comunque farlo, e’ qualcosa ricavabile dalle parole, e’ qualcosa che si puo’ evincere dal testo solitamente annesso che a sua volta fa riferimento a un libro, un film, sovente a una canzone, canzone che puo’ esser questa si’ una chiave di lettura da intendersi nel complesso del brano, non solo limitandosi alla citazione che talvolta puo’ anche avere poco a che fare con quanto scritto. Ha molto a che fare invece la ritmica, l’energia, la melodia, l’arrangiamento, a volte anche il contesto nel quale questa canzone viene usata, fino al titolo gestito come ulteriore suggerimento o suggerimento del suggerimento, per dare quindi piu’ comprensione al brano in referenzialita’ circolare. In realta’ ripeto, e’ solo un gioco. Non c’e’ un senso obbligatorio o necessario se non il puro sfizio di ricavare un qualcosa che comunque anche una volta indovinato non da’ e non toglie nulla a cio’ a cui e’ legato. In conclusione nessun mistero, forse un piccolo sforzo per andare oltre lo sguardo ma se ci si vuole fermare prima, che prima sia; in fondo e’ sufficiente sentire, basta farsi vicini e almeno un po’ scaldarsi a vicenda.  

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