Tra le coltri grigie di un giorno fantastico

Occhi e altri due ancora a nascondere chissa’ quali pensieri, chissa’ quali bisogni.
Lenti, lentissimi, silenziosi sfiorandosi appena, ceneri di fuochi dimenticati eppure vicini nell’unica forma d’amore possibile al mondo, quel mondo immaginato, costruito poi perduto, smarrito nel quotidiano, nei figli scappati chissa’ dove, nelle ore di un televisore che abbaglia e fa bene, poi fa male, poi racconta e culla come mani buone.
Bambini che giocano e troppi ricordi, sorriso accennato, sorriso preoccupato e forse non e’ bastato il tempo, forse il tempo e’ velo fragile di tagliente ghiaccio che perfora anima e cuore, risveglia lacrime e impedisce di dormire, accende sogni e uccide futuro, domanda cosa resta e non risponde, non alle parole, non a cio’ che non e’ stato, non a cio’ che non sara’ e ogni cosa s’ammanta di tetro silenzio, di preghiera flebile e inascoltata.
Dove giace la vita, fuori o sopra grigia panchina, tra i carrelli, nei passi lenti, con gli occhi avidi bisognosi di nulla, via nell’impazienza e come sa muoversi se si muove, come ansima se ha ancora un respiro da spendere e all’improvviso andarsene, andarsene dove per poi non stringersi comunque, per avere niente da raccontare, da raccontarsi.
Cosa resta oltre il ricordo e non pretendo chissa’ quali storie e domandarsi se sia giusto continuare quando ogni secondo e’ alle spalle, se nessuno osserva, se nessuno vede e ogni opzione termina giu’ da ferro e scale.
Paralizzato osservo perche’ ho altro, tanto altro da fare, glorificare la corsa, inneggiare gambe scattanti, creare felicita’ diversa dalla mia, accettare e spendere cio’ che non possiedo, che ho creduto d’avere ma ora non piu’.
Vorrei aver parlato o immaginare d’averlo fatto ma non e’ epoca giusta per uscire dall’eterno mezzo che non condanna e non premia, incapacita’ di urlare e fermare il rumore, brusio al quale non bisognerebbe abituarsi mai, arrendersi mai senza cedere alla pieta’ e alla carita’, pensare, pensare come uomini fieri anche di perdere in questa vita creata nella vittoria e terminata sempre in sconfitta.
Time slips away
And the light begins to fade
And everything is quiet now
Feeling is gone
And the picture disappears
And everything is cold now
The dream had to end
The wish never came true
And the girl
Starts to sing
Seventeen seconds
A measure of life

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