Manifesto Movimento Particellare

 


M A N I F E S T O


Premessa

Un giorno ho capito e quando ho capito i pezzi si sono ricomposti e combinati.
In qualche modo sapevo ma l’oggetto innanzi a me non aveva nome, ne’ passato, solo struttura da qualificare e cosi’ una sigla.
Parole necessarie altrimenti pensiero e’ gas colorato indefinito, piacevole da guardare ma tutto sommato inutile.
Cosi’ questa e’ forma.

Affermazione

Lingua e’ metalinguaggio del pensiero.
Grandangolo su sistema solare sarebbe infinitesimo di universo ma lo chiameremmo forse microritratto?
Il MOVIMENTO PARTICELLARE vuole essere arte, pretende di descrivere senza mezzi termini o restrizioni dimensione circostante.
Non si nasconde dietro simboli o astrattismi perche’ esprimere e’ definire, quindi piu’ particolari miglior descrizione.
Semmai importante e’ selezione, scarto di superfluo, buona luce ed ancor migliore ombra.
In fondo l’arte e’ per l’arte quando tutto il resto e’ vita.
Non si definisce il MOVIMENTO PARTICELLARE arte in quanto tautologica accezione, piuttosto come rappresentazione esaltata della realta’.
Mattone non progetto, PARTICELLA appunto, solo in apparenza lontana dal risultato finale ma quanto puo’ essere dissimile un seme dall’albero che ha generato?
L’estetica non ha rilevanza alcuna in quanto cio’ che esiste e’ a prescindere dalla forma e dal gesto di chi osserva.
Del resto anche in assenza di osservatore, la forma non cambia e si sottrae ad ogni giudizio.
Decentralizzare il soggetto non e’ simbolo, non e’ stile bensi’ descrizione accurata di fondamentali, PARTICELLE per essere precisi, nell’intenzione di definire genesi e genitori, origine di nucleo primevo troppo spesso ignorato da chi si sofferma su strutture esteriori.
I promulgatori del MOVIMENTO PARTICELLARE non sono artisti, solo narratori, occhio primo ma non privilegiato.
Scrivere puo’ essere descrivere ma quale realta’, quale umanita’ se sotto la scure soggettiva ogni sezione e’ individualmente diversa dalle altre?
Comunicare sapendo di essere compresi pienamente solo da pari esperienze, pari logiche, pari conoscenze, quindi sperare, forse banalizzare ed espandere raggio d’azione, contare su fiducia e mancata comprensione.
Il MOVIMENTO PARTICELLARE e’ universale nel fornire strumenti, materiali grezzi e schemi da ricomporre nel silenzio interiore di un processo emotivo individuale eppure universale come universale e’ appartenere all’umana razza prescindendo cultura o personalita’.
La parola e’ viaggio, non destinazione, meta preventivamente non determinata perche’ troppo soggettiva e’ interpretazione di una emozione che in ogni occasione esige di essere raccolta.
Sentire e non capire, fiume come forza imprevedibile eppure unico il greto, unica la foce, diversi ad ogni lettura tempi e modi.
Niente e’ univocamente predefinito.
Opere come pozzo profondissimo dal quale risalgono suoni riflessi di quanto si e’ urlato dentro.
Nessuna soggettivita’ ma necessari occhi empatici per vedere non forme, non colori ma sensazioni.
Nessuna interpretazione laddove congiunzione e’ stato d’animo a prescindere da quanto veduto.
Il MOVIMENTO PARTICELLARE puo’ considerarsi ideale prolungamento dell’estetica astratta di mondriana enunciazione nella quale se l’arte va sublimata alla vita deoggettizzando contesto e azzerando sfumature, allora si puo’ risalire dalla vita stessa attraverso realta’ che la contiene, partendo appunto dalle PARTICELLE fondamentali.
Ritorno quindi da inutile giro?
No, semmai rimbalzo alimentato da spinta propulsiva del passato.
Citare quindi chi cosi’ distante fu da linee curve e sfumature vuole essere riferimento preciso tra arte e realta’ tramite percorso disgiunto ma di medesimo vertice, e’ il lontano vicinissimo, tempo di solo presente.
Fantasia e’ prospettiva inconsueta e per questo cio’ che si conosce e’ tendenzialmente giusto seppur solitamente limitato.
Con empatia PARTICELLA emozionale e immagine di minima prospettiva PARTICELLA di spazio, istinto puo’ solo essere PARTICELLA di tempo.
Non deve preoccupare scindere idea da estetica e morale.
Non c’e’ tempo, non c’e’ spazio, non c’e’ fulgido pensiero per elaborare e modificare e del resto cio’ che compone non necessita d’intricata analisi riservata semmai a un piu’ grande totale completamente al di fuori di ogni interesse.
Anche il surrealismo inseguiva purezza tramite assenza di ragione, dimenticando che ragione e’ impalcatura alla quale basta non dare tempo di ergersi.
Ci sara’ poi spazio per mettere a fuoco, ma l’istante primigenio e’ inamovibile struttura della quale cambiare angolazione ma non essenza.
Scopo e’ cercare sintesi per trovare immenso.

Conclusione

Emozione, ragione, rappresentazione.
Media differenti come dimensioni di unico universo e cosi’ e’ da intendersi, congiunti gradi di movimento in grande macchina gia’ osservata, riposta sotto quotidiani occhi, forse non dettagliata abbastanza.
Mi sono avvicinato ed ho visto qualcosa.
Ivi e’ cio’ che ho veduto.

Massimiliano Scordamaglia
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